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21 ottobre 2012

La bambina golosa.

Pubblico Ascanio Celestini Gava Satira Vignette  Inserto per bambini favola gavavenezia gavavenezia.it illustrazioni

Il Gava illustra Celestini
Pubblicata su Pupù, l'inserto per bambini di Pubblico del 21/10/12


Testo di Ascanio Celestini

La bambina golosa

E’ il giorno di Carnevale e si fanno le frittelle.
C’è la bambina golosa che non gliene bastano due, che non gliene bastano tre che un’intera padella la vuole per sé!
“Vai a casa di zio Lupo -le fa la madre- e fatti prestare la sua padella. Nella padella di zio Lupo c’entra pure un cinghiale sano sano e resta il posto per le patate”.
La bambina se ne parte e arriva alla casa di zio Lupo.
Quando zio Lupo apre la porta la bambina golosa se lo guarda e dice:
“Ma quanto ti sei fatto vecchio zio Lupo.
Sono venuta l’anno scorso e c’avevi una chioma di capelli neri
e adesso te ne restano solo tre corti e tutti bianchi.
Ma come sei peggiorato zio Lupo che l’anno passato c'avevi una bocca piena di denti
e adesso te ne è rimasto uno solo tutto marcio e puzzolente.
Ma come ti sei fatto brutto zio Lupo che l’anno passato quando ti sono venuta a trovare
eri già parecchio brutto e l’avevo pensato che peggio di così non potevi finire
e invece ti ritrovo adesso che c’hai la pelle floscia, la voce da rospo e gli occhi da pesce lesso”.
“Che vuoi bambina golosa? –fa zio Lupo – Chi t'ha mandato nel bosco da me?
Chi è stata? Mamma tua?”
“Si zio Lupo è carnevale e ci serve la padella per fare le frittelle”.
“Vieni a prenderla. Io te la presto, ma almeno portatemi due frittelle pure a me, ché tutti gli anni vi prendete la padella e io non mi riesco a mangiarmi manco una frittella!”
“Certo zio Lupo –dice la bambina golosa- ti porto un bel pacco di frittelle e ci metto assieme anche una pagnotta di pane e un fiasco di vino”.
La bambina prende la padella e torna a casa dalla madre che non fa in tempo a cucinare le frittelle
che la bambina golosa se le mangia tutte.
La madre gli prepara un canestro con le frittelle, il fiasco di vino e la pagnotta di pane.
“Ma mi raccomando, non te le mangiare, ché sono per zio Lupo!” si raccomanda.
“Certo mamma” risponde la bambina e si dimentica della promessa prima ancora di terminare la frase, perché le bambine golose hanno la memoria corta e l'acquolina in bocca dalla mattina alla sera.
Così che per la strada pensa solo all’odorino che viene su dal canestro e si dice “non è mica una cattiva azione se mi mangio una frittella, tanto nel canestro ce ne sono tante” e ne assaggia una.
E poi “mica è peccato se ci mangio anche un pezzo di pane” e mangia ancora.
Con le frittelle gli viene sete e si beve anche un goccio di vino.
E dopo qualche passo “zio Lupo è vecchio e c’ha solo un dente, mica ci riesce a mangiarsele tutte ‘ste frittelle” e ne assaggia un’altra con un pezzo di pane.
E poi un'altra ancora e un morso alla pagnotta e un altro sorso dal fiasco e ancora una frittella...
che arrivata a metà strada del pane non restano che le briciole, il fiasco è vuoto e nel canestro delle frittelle c’è rimasta solo l’aria di casa!
“Adesso cosa porto allo zio Lupo? Bisogna che mi invento qualcosa!”
Si ferma in una stalla e raccatta un po’ di cacca di somaro.
“Queste saranno le frittelle per zio Lupo!”.
Da una pozzanghera tira su un po’ d’acqua sporca e ci riempie il fiasco “ecco il vino per zio Lupo!”
Dal cantiere dei muratori tira via un bel mattone tondo tondo. “Ed ecco la pagnotta di pane per lo zio lupo”.
Arriva alla casa nel bosco, chiama “zio Lupo! Scendi, vieni a riprendere la tua padella e le buone cose che ho preparato per te!” e se ne scappa.
Zio Lupo corre a pescare nel canestro e si mangia una frittella, ma fa in tempo a mandarla giù nel gozzo che la sputa “altro che frittelle! Questa è cacca di somaro! Che manco le frittelle rancide sanno di marcio come questa! Ma è il modo questo di trattare un povero vecchio?”.
Per sciacquarsi la bocca beve dal fiasco del vino e sputa di nuovo “ma questa è acqua sporca di pozzanghera! Manco la morchia è così puzzolente!”
Addenta un pezzo di pane e con un mozzico che da’ al mattone gli casca l’ultimo dente che gli era rimasto in bocca.
“Peggio per te, bambina golosa, stanotte vengo a casa tua e ti mangio!”

La bambina scappa a casa e dice alla madre “zio Lupo ha detto che viene da me e mi mangia!”.
La mamma gli fa “ma no che non ti mangia. Il povero zio lupo ha mangiato le frittelle, la pagnotta di pane e si è bevuto tutto un fiasco di vino. Ormai c’ha la pancia piena. E comunque ci chiuderemo in casa e non lo faremo entrare”.
Così chiude l'uscio e inchioda le finestre.
Ma si fa notte e la bambina sente una voce.
“Sono zio lupo, ho la pancia vuota e tanta fame. La porta è chiusa, ma ora trovo il modo e la maniera di entrare dentro e ti mangio!”
Si arrampica su per il muro. Arriva sul tetto e… “sono sul tetto. Adesso cerco un buco per entrare e ti mangio!”.
Si infila nella canna del camino come la Befana e dice “sto’ passando dal buco del camino. Adesso che arrivo ti mangio!”
“Eccomi dentro casa, bambina golosa. Non serve che ti nascondi che tanto arrivo e ti mangio!”.
“Adesso salgo le scale!
Adesso sto dietro alla porta!
Adesso sono nella tua stanza!
Adesso sono ai piedi del letto.
Adesso salto sopra e ti mangio!”

E se la mangiò.
Così tutti sanno che da quel giorno, anche senza denti, zio Lupo si mangia le bambine golose.

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